A seguito dell’ascesa improvvisa dei Bitcoin e delle cryptovalute nel corso del 2020, lo scorso 22 settembre la BCE ha registrato presso l’Ufficio per la proprietà intellettuale della Ue il marchio “Digital Euro”, con l’obiettivo di creare una vera valuta digitale che affianchi l’euro senza sostituirlo.
Solo poche settimane dopo, ad ottobre 2020, è stato pubblicato sul sito della European Central Bank, il seguente “Report on a digital euro” seguito dal lancio di una consultazione pubblica (contraddistinti da un record di partecipazione, i cui risultati verranno diffusi in primavera) che punta a far evolvere il concetto di moneta elettronica che non che non dovrà essere più considerato un bene soggetto alla volatità e all’andamento del mercato delle compravendite, ma “veri” euro virtuali erogati dalla Banca Centrale direttamente ai portafogli di cittadini e aziende.
Tra le motivazioni alla base di questa scelta, vi sono:
- efficienza di un mezzo di pagamento digitale
- sicurezza della moneta di banca centrale
- minor circolazione di contante (con potenziamento implicito del sistema di anti riciclaggio a livello nazionale ed europeo)
- impossibilità per soggetti esterni all’area Euro di minare la stabilità finanziaria e la sovranità monetaria
- maggiore tutela della privacy.
Seppur a gennaio la Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, abbia dichiarato che “ ci vorrà del tempo ma avremo l’euro digitale che non soppianterà ma affiancherà le banconote. Spero che non ci vogliano più di cinque anni, ma chissà dove ci porterà la continua accelerazione che c’è nel mondo fintech. Di sicuro l’euro digitale risponde alla forte domanda che c’è da parte dei cittadini europei“, l’evoluzione della moneta in chiave digitale e fintech è ormai inevitabile.
Redazione