Il Report di CrowdfundingHub in collaborazione con Altfinator Policy Network, Cambridge Centre for Alternative Finance e l’European Centre for Alternative Finance
La formazione di capitale online è uno delle attività più rilevanti per l’industria del Fintech, come testimonia l’esistenza di numerose piattaforme sparse per tutto il mondo e predisposte per abbinare gli interessi degli investitori grazie alla possibilità di investire capitale in debito, azioni e altri titoli funzionali alla raccolta capitali per finanziare un’azienda, sostenere un progetto immobiliare o semplicemente per fornire capitale a chi ne ha bisogno.
CrowdfundingHub, in collaborazione con i partner internazionali dell’Altfinator Policy Network e partner accademici dello spessore del Cambridge Centre for Alternative Finance e dell’European Centre for Alternative Finance, ha elaborato un report che esamina e racconta i risultati raggiunti dal Crowdfunding in Europa nel 2020.
Il Report (scaricabile qui) analizza i risultati nei paesi europei dove l’industra è più sviluppata come Francia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Germania e Regno Unito e, allo stesso tempo, in ulteriori sei Stati dove il fenomeno è in una fase meno avanzata quali Spagna, Finlandia, Malta, Portogallo, Ungheria e Danimarca.
Da notare che, seppur la Commissione Europea abbia avviato un progetto che porterà alla creazione di un Regolamento Crowdfunding condiviso a livello europeo, attualmente ogni paese opera secondo un diverso insieme di regolamenti che ovviamente distorce i numeri in direzioni diverse a seconda delle regole locali.
Entrando nel merito delle analisi presenti nel rapporto si evince che, nonostante la pandemia, molti paesi europei hanno visto un aumento del volume del mercato del crowdfunding, in particolare Germania e Francia (rispettivamente circa 1,26 miliardi di euro e 1,02 miliardi di euro di raccolta, al netto delle donazioni).
Con particolare riferimento al mercato italiano, il 2020 non ha interrotto il trend crescente attestandosi a 772,8 milioni di euro (a fronte dei 65,6 milioni di euro raccolti nel 2015) e secondo Starteed, crowd-company torinese, l’aumento del volume è dovuto al miglioramento della regolamentazione e nella professionalità operativa dei gestori di piattaforme.