Cosa prevedono le politiche europee per lo Sport ed il ruolo nel Recovery Plan italiano
Il mondo dello Sport rappresenta una delle principali reti associative italiane; tra associazioni e società sportive si contano intorno alle 70 mila unità mentre gli sportivi superano i 20 milioni. Questo fa si che lo sport abbiamo un impatto anche in altri settori nevralgici dell’economia, come il turismo (estivo e invernale), l’industria manifatturiera, le infrastrutture ma anche la sanità, la formazione e l’inclusione sociale.
Proprio per il grande impatto trasversale, nel PNRR è stato previsto un budget pari a 1 miliardo di euro, da suddividere in due linee di investimento: infrastrutture (principalmente nelle scuole, a cui sono stati destinati 300 milioni di euro) e la creazione di impianti e parchi attrezzati (700 milioni).
La creazione (o il rinnovo) di infrastrutture sportive nelle scuole ha l’obiettivo di fornire i mezzi agli educatori che favoriscano l’apprendimento di uno stile di vita sano, favorendo allo stesso tempo l’apprendimento ed il benessere psico-fisico degli studenti.
La seconda tipologia di investimento ha a disposizione la maggior parte del budget previsto e punta alla realizzazione o la ristrutturazione di impianti sportivi e parchi urbani attrezzati, con particolare attenzione alle periferie, alle zone più degradate e alle persone svantaggiate che così avranno la possibilità di integrarsi ed aumentare la propria inclusione sociale in un contesto sano e virtuoso.
L’implementazione del progetto si articola in tre fasi:
1) analisi preliminari e azioni necessarie per preparare al meglio gli appalti pubblici, come l’identificazione e l’analisi di base;
2) fase di avvio e realizzazione dei progetti selezionati;
3) monitoraggio e verifica del livello di implementazione dei progetti, al fine di individuare quelli più efficaci da promuovere e replicare.
I progetti finanziati dovranno sostenere:
- la costruzione e la riqualificazione di impianti sportivi, ubicati in aree svantaggiate del Paese comprese le periferie metropolitane;
- la distribuzione di attrezzature per le aree svantaggiate;
- il completamento e l’adeguamento di impianti esistenti.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per l’inclusione e l’integrazione sociale